Mancano ormai pochi mesi dall’avvio ufficiale della raccolta e iniziano a circolare le prime previsioni per la campagna olearia 2025/2026.
Nonostante i dati non siano ancora definitivi dal momento che le principali stime quantitative arriveranno tra ottobre e novembre, gli operatori del settore e gli osservatori internazionali iniziano a delineare uno scenario che lascia intravedere una possibile inversione di tendenza rispetto alla precedente stagione.                                

Previsioni iniziali positive per la nuova stagione

Secondo le prime stime non ancora ufficiali, la produzione italiana potrebbe tornare a crescere.
L’economista greca Dimitra Aliefs, intervistata da Olivenews, infatti, ha ipotizzato che l’Italia possa raggiungere tra le 340.000 e le 360.000 tonnellate nella stagione 2025/26, grazie a condizioni climatiche più favorevoli registrate nella primavera e nell’inizio dell’estate, in particolare nel Centro e Nord Italia.
Anche il portale Wikifarmer, in un recente approfondimento, segnala una stagione promettente per diversi Paesi, Italia inclusa.
In molte regioni del Centro e del Nord, infatti, si osservano buone fioriture e uno stato vegetativo delle piante generalmente positivo.

Un settore in evoluzione e sempre più orientato al futuro

Accanto alle prospettive produttive in miglioramento, il settore olivicolo italiano mostra segnali incoraggianti di trasformazione e innovazione.
Cresce infatti da parte di molti l’interesse verso modelli aziendali più sostenibili, l’adozione di tecnologie digitali e pratiche agronomiche avanzate, in grado di aumentare l’efficienza e la resilienza delle coltivazioni. In diverse aree del Paese si registra una maggiore attenzione alla formazione degli operatori, alla valorizzazione delle cultivar autoctone e alla promozione della qualità certificata.
Tutto questo contribuisce a rafforzare un comparto che, pur in un contesto complesso, dimostra di sapersi rinnovare e guardare al futuro con fiducia.

Strategie per affrontare al meglio la nuova campagna

In vista della campagna 2025/26, inoltre, molte organizzazioni agricole e produttori stanno orientando i propri sforzi verso investimenti in agricoltura di precisione, piantumazione di nuovi uliveti, iniziative promozionali sul Made in Italy, sostegno alla tracciabilità e alla trasparenza attraverso l’adozione di registri digitali condivisi.
Tra speranze di rilancio e consapevolezza dei rischi, la vera sfida non sarà solo produrre di più, ma produrre meglio, ossia in modo sostenibile e competitivo.
Sarà questo fattore, più della quantità, l’indicatore chiave per valutare il successo della campagna olearia.